venerdì 27 novembre 2009

martedì 24 novembre 2009

COMMISSIONE PROGETTO


BUONA SERA POPOLO!!!!


RICORDO A TUTTI GLI INTERESSATI CHE GIOVEDI' 26 NOVEMBRE ALLE ORE 21.30 NELLA SEDE DELL'ARCILIFE AVRA' LUOGO LA RIUNIONE DELLA COMMISSIONE PROGETTO...


VI ASPETTO


EPIRT

giovedì 19 novembre 2009

Tesseramento 2010


E' aperto il tesseramento 2010



mercoledì 18 novembre 2009

PULIZIE AUTUNNALI !!

Cenerentolini eletti:

  • giovedì 19 novembre 09: effettueranno le pulizie Ciofy e Lena
  • Quattro-Ika e Nico: questi tre cenerentolini avranno dal 30 novembre al 06 dicembre per effettuare le pulizie.
Comunicazione di servizio: La mattina, quando vengo a studiare all'arci, trovo sempre il computer accesso.
La sera prima di uscire Controllate che sia spento tutto, in quanto se no rimane tutta la notte accesooooo e avanenbin!!

Grazie x l'attenzione. Ciofy

martedì 17 novembre 2009

INVITO PER LA POLENTATA


Cari soci e simpattizanti,
Vi invitiamo a PARTECIPARE alla CENA DI TESSERAMENTO per l'anno 2010 che si terrà domenica 29/11/09 alle ore 20:00 presso la POLISPORTIVA LA BOCCIA in via Bartolomeo Ronco 38.
La cena avrà un COSTO COMPLESSIVO di 15 euro (cena + tessera ) per gli ADULTI, di 5 euro per i BAMBINI dai 7 ai 10 anni e, per i bambini di età inferiore ai 7 anni la cena verrà offerta.
I genitori che volessero tesserare i propri figli di età inferiore ai 16 anni, lo potranno comunque fare (costo 10 euro).
La cena consisterà in una polentata e proseguirà con canti e balli per giovani e" meno" giovani.

Sperando di festeggiare tutti insieme l'inizio di un nuovo anno pieno di novità e grandi iniziative per il nostro circolo...VI ASPETTIAMO NUMEROSI.

Per le prevendite (costo 5 euro) necessarie per la partecipazione alla cena contattate:

CHIARA 3396552944
DANILO 3285656654

A presto


FATELO GIRAREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

lunedì 16 novembre 2009

sabato 14 novembre 2009

Plenaria




Dunque dunque, domani sera Domenica 15 novembre alle ore 21.00 facciamo una riunione plenaria per discutere di un po' di cose:

-chi saranno le persone che entreranno nel direttivo Arci Life 2010
-organizzazione polentata del 29 per il nuovo tesseramento
-proposte per Capodanno

Mi raccomando il più puntuali che potete


Manda

lunedì 2 novembre 2009

Commissionando


Lunedì 2 ore 21.00: commissione giuridica e commissione economica
Martedì 3 ore 21.30: commission progetto
Giovedì 4 ore 21.00: commissione Tecnica

Dalla Repubblica

Vent'anni dopo
piccoli muri crescono

di ILVO DIAMANTI


Vent'anni dopo piccoli muri crescono

10 novembre 1989: si abbatte il muro di Berlino

Mancano pochi giorni all'anniversario della caduta del muro di Berlino. Ma, vent'anni dopo, l'entusiasmo non è più lo stesso.

Anche se il 1989 ha segnato il nostro tempo. Perché quel muro marcava una divisione al tempo stesso geopolitica, economica, ideologica. Fra sistemi democratici e regimi comunisti, liberismo e dirigismo. Fra mercato e statalismo. La sua caduta ha prodotto effetti violenti. Anche da noi. In Italia. Il regime più socialista dell'Occidente. Visto l'intreccio fra economia, politica e stato. Il muro, in Italia, è crollato qualche anno dopo. Nel 1992. Ha seppellito la prima Repubblica. Il partito comunista più importante dell'Occidente costretto a cambiar nome, pelle e identità. I partiti di governo, spazzati via da Tangentopoli, ma anche dalla fine della rendita di posizione garantita dall'anticomunismo.

Vent'anni dopo la caduta del muro di Berlino, quindici anni dopo il crollo della prima Repubblica, l'emozione si è un po' raffreddata. Non solo per effetto del tempo, della routine. È l'impressione che altri muri siano sorti al loro posto. Alcuni, negli stessi luoghi del passato. Anzitutto, il comunismo. In Italia non se n'è mai sentito parlare così tanto come da quando non c'è più. Comunisti. Tutti coloro che stanno a sinistra. Di Berlusconi. Anzi: tutti quelli che sono contro di lui. D'altronde, il suo successo politico si deve anche - e in buona misura - a questo. Aver tenuto vivo l'anticomunismo senza - e dopo - il comunismo. Al posto del muro di Berlino: il muro di Arcore. Per costringere l'elettorato di centrosinistra dentro gli stessi confini del Fronte Popolare nel 1948. Anche se da allora è cambiato tutto, nella politica e nella società.

Proprio per questo, però, le passioni si scatenano - talora - più violente di prima. Perché non sono in gioco diverse idee della storia e del futuro. Ma stili di vita, opinioni, valori che riguardano la vita quotidiana. E al posto dei partiti ci sono le persone. I leader. Pubblico e privato: senza soluzione di continuità. Sotto gli occhi di tutti. Comunicati sui media. Per cui le differenze vengono ribadite, gridate. Scavano solchi profondi. Mentre ieri erano (auto) evidenti e riconosciute.

Il muro di Berlino. È crollato insieme allo statalismo e al trionfo del mercato e del privato. Ma oggi, dopo il disastro della finanza globale, in Occidente si assiste al ritorno dello Stato. Invocato dovunque e soprattutto in Italia. Per proteggere i settori sociali colpiti dalla crisi. Sempre più ampi. Ma reclamato anche dagli attori del mercato stesso. Gli imprenditori. Perfino le banche. Cosa farebbero senza il soccorso dello Stato?
E poi gli Stati nazionali. La fine del muro di Berlino ne annunciava la crisi. Insieme ai confini. Parallelamente al rafforzarsi di altre - e nuove - entità sovranazionali. Sono sempre lì. Evocati e invocati. Attenti a rivendicare la loro autorità. All'interno dei loro confini. Per quanto cambiati profondamente, rispetto a vent'anni fa. Si veda la "grande" Germania ri-unita. Così pronta a tutelare il proprio interesse nazionale.

Certo, il crollo del muro ha allargato ad Est le frontiere d'Europa. Ci ha avvicinati all'Oriente. E ha favorito il flusso di milioni di cittadini. Attraverso confini sempre più aperti. E noi, impauriti dal numero crescente degli immigrati: ci fingiamo "padroni a casa nostra". Invochiamo altri muri. Nuovi muri. Per terra e per mare. Ma, soprattutto, erigiamo nuovi confini davanti e intorno a noi. Preferiamo non vedere. Non confonderci. Con gli stranieri: che restino tali.
La caduta del muro di Berlino, vent'anni fa. Ha allungato la nostra storia recente. Ci ha ributtato indietro, ben oltre gli anni Ottanta. Fin dentro agli anni Settanta. Con cui non abbiamo mai saputo fare i conti. Così, quarant'anni dopo, abbiamo abbattuto anche il muro del Sessantotto. Liquidato senza rimpianto da molti critici. Talora, gli stessi protagonisti di quella stagione. Non ce n'era bisogno, in realtà. Il Sessantotto era già finito da tempo. Ma al suo posto è emerso l'antisessantottismo. Di chi invoca il ritorno dell'autorità perduta. Dei padri e dei professori. Delle istituzioni e dei valori della tradizione.

Nuovi muri. Che, paradossalmente, ridimensionano trasformazioni sociali e conquiste civili importanti, che parevano irreversibili. Basta pensare alla divisione di genere. Tante lotte e tante contestazioni. Nel privato e nel pubblico. Il femminismo. Le pari opportunità. Contro la segregazione femminile nelle carriere. Nel lavoro, nelle professioni. Contro l'immagine della donna-oggetto. Per ritrovarci, oggi, in un paese di veline. Dove le misure che contano, per le donne, non riguardano certo il quoziente intellettivo. Dove la sessualità è esibita come segno di potere. Usata come merce sui media. Dove si ironizza su Rosy Bindi, "più bella che intelligente". Neanche cinquant'anni fa...
Fra tanti nuovi muri che sorgono intorno a noi, solo uno pare definitivamente crollato. Quello fra le generazioni. Padri e figli. Professori e studenti. Anziani e giovani. Duro da scalare, per i ragazzi. Marcava il cambiamento. L'innovazione sociale. Oggi non c'è più. Perché i ventenni, nati nel 1989 (come il mio figlio maggiore), sono impegnati ad affrontare il loro eterno presente. Precari per definizione. In bilico. Senza passato e senza futuro. E senza territorio, vista la loro confidenza con le tecnologie della comunicazione ("Info-nauti", li hanno definiti nei giorni scorsi Luigi Ceccarini e Martina Di Pierdomenico su Repubblica. it). Mentre gli adulti latitano e i vecchi sono scomparsi. Vista l'ostinazione con cui insistiamo a dirci tutti - eternamente - giovani.

Così, vent'anni dopo, è difficile non cogliere un po' di nostalgia. Del Muro. Quand'era uno solo. Visibile. A modo suo, rassicurante. Capace di separare il giusto dall'ingiusto e il bene dal male. Mentre oggi che è crollato - e il mondo è più largo e più aperto - incontriamo muri ovunque. Piccoli e invisibili. Siamo noi stessi a costruirli. Per bisogno di riconoscerci. Per paura di perderci. Per paura.