sabato 7 febbraio 2009

Dal sito dell'Arci

Decreto del governo sul caso Eluana. Una scelta crudele e incostituzionale

Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci

Il governo Berlusconi ha varcato il Tevere. Per fare un piacere al Vaticano, a disagio dopo l'approvazione del disegno di legge sulla sicurezza, il governo non ha esitato ad aprire un clamoroso, inedito e pericolosissimo conflitto di poteri.

Il decreto che costringe Eluana a proseguire nella sua non vita è assolutamente incostituzionale, come del resto aveva già ammonito il Capo dello stato, mancando i requisiti essenziali per la sua emanazione.

Si tratta oltretutto di una legge ad hoc, poiché il riferimento alla Englaro è indubbio e proclamato. L'equilibrio dei poteri su cui si basa non solo lo stato democratico, ma anche quello liberale, dalla rivoluzione francese in poi, è completamente stravolto. Il governo legifera contro una sentenza della magistratura passata in giudicato, postulando la supremazia del potere politico su quello giudiziario. Nello stesso momento Berlusconi apre un conflitto senza precedenti con la Presidenza della Repubblica che aveva con chiarezza espresso parere contrario all'emanazione di un simile provvedimento.

Berlusconi fa sapere che se Napolitano, non firmerà "cambierà la Costituzione".
C'è dunque un'emergenza democratica senza precedenti.
Ci appelliamo al Presidente della Repubblica, massimo custode della nostra Carta fondamentale, affinchè questo gravissimo tentativo di strapparla venga fermato.

Ma accanto a queste considerazioni, va anche sottolineato con quanta cinica disinvoltura il governo usi una vicenda umana così dolorosa per propri interessi politici di parte.
La Costituzione prevede il diritto di tutte le persone alla salute ma anche quello a rifiutare le cure, coerentemente con la centralità che attribuisce al libero arbitrio delle persone e alla salvaguardia della loro dignità.
Di fronte a scelte così intimamente legate alla liberta di ogni essere umano, al diritto di vivere una vita che sia piena e dignitosa, la politica avrebbe dovuto scegliere di fare un passo indietro.

Così non è stato. Si è scelto di fare irruzione con la devastazione di un ciclone in questa vicenda, senza nessuna umana pietà ma con la spregiudicatezza di chi pensa di poter impunemente calpestare regole e diritti.

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