Riace è un piccolo borgo arroccato su un cucuzzolo della costa ionica, a metà fra Catanzaro e Reggio Calabria. Un paesino che è stato abbandonato negli anni dai suoi abitanti, spinti a cercare fortuna altrove, persone che non vedevano in quel piccolo paesino lontano dai grandi centri, il migliore spiraglio per la loro vita. I vicoli stretti e tortuosi di pietre piccole e grandi eran sempre meno abitati, le piazzette sempre meno calpestate. Da qualche anno a questa parte Riace è cambiata. E' come se si fosse risvegliata dopo un lungo sonno, che durava forse dal lontano giorno in cui furono scoperti gli ormai famosi bronzi. Sono state aperte botteghe artigianali, sono state ricostruite vie, illuminate le piazze, dato di nuovo anima alle rovine della città, ora entrando a Riace si nota subito la luce che fuoriesce tra una pietra e l'altra dei vicoli. Riace il paese dell'accoglienza, così recita il cartello di benvenuto al suo ingresso. Ed è proprio vero. Nelle botteghe artigianali, dove si lavorano il vetro, i tessuti e le ceramiche lavorano uomini e donne di tutte le etnie, afgani, libanesi, curdi, serbi. Gente che è fuggita dalla propria terra abbandonando la loro vita è approdata qua ed ha cominciato a risentire la linfa vitale perduta, lavorando al fianco di persone del posto, percependo uno stipendio, vivendo in armonia e concreta partecipazione in un paese che non è il loro. L'accoglienza, la solidarietà e il calore che ricevono fa pensare che questa sia un'isola felice fuori dall'Italia, l'abitudine all'emigrato che delinque ci ha annichilito la consapevolezza che anche noi italiani sappiamo essere aperti e possiamo dar vita a politiche all'avanguardia. In questo poutpurrì di colori e lingue il sindaco ha deciso di affidare la creazione di un'opera d'arte ad un artista uruguaiano, il cui compito sarebbe stato l'abbellimento e l'adornamento di una piazzetta nel cuore del centro. Pochi giorni prima dell'inaugurazione dell'installazione artistica il sindaco ha dovuto far fronte ad un avvenimento riprovevole e tristissimo. Sulla porta a vetro della taverna "Donna Rosa", gestita dall'associazione "città futura" e nella quale vi lavorano appunto donne di tutte le etnie,si trovavano due fori cilindrici di ugual misura, molto vicini tra loro, due fori di proiettile. Un messaggio chiarissimo al sindaco, mandato dalle persone facenti parte della grande associazione denominata mafia. Il messaggio di non ricandidarsi alle prossime elezioni di giugno. E si scontrano così violentemente due realtà così differenti, la bellezza e la vita di Riace e la meschinità potente dell'associazione mafiosa. Il sindaco, sa cosa può provocare una sua possibile ricandidatura alle elezioni, ma possiede un cuore immenso e delle spalle larghe e forti per sopportare il rischio. Sente come dovere il rialzarsi immediatamente, gonfiare il petto ed avanzare a testa alta, per non far si che il lavoro fatto fino ad ora rimanga abbandonato e represso. Decide così con caparbietà e vivacità di fare un disegno attorno ai fori dei proiettili e trova nell'artista uruguaiano un buon appoggio su cui contare. La mattina dell'inaugurazione dell'installazione artistica dal titolo "mundos" i bambini delle scuole elementari locali e non, vengono resi partecipi in prima persona alla ristrutturazione colorata del vetro. Riempiono le loro mani di colori e lasciano le loro impronte sul vetro, che si trasforma in un fiore arcobaleno, dove le loro dita, mischiate a quelle dei passanti e degli afgani e delle serbe e delle libanesi, diventano petali che proteggono la vita del loro sindaco. La bellezza che ha accompagnato questo momento è stata di indescrivibile forza, vedere come anche da noi, anche nel meridione, dove v'è troppa accondiscendenza al sistema mafioso e troppa indifferenza, ci sono persone capaci di non arrendersi, di portare un vento di idee nuove, di porgersi la mano e aiutarsi a vicenda, di accogliere lo straniero come una persona uguale a noi, e vedere poi il sorriso di quel piccolo e giovane sindaco che cerca di non piangere perchè sa cosa è giusto fare e sa cosa finora ha fatto, quel sorriso amaro, di chi a volte viene lasciato troppo solo e che invece dovrebbe essere posto come esempio per molti di noi che la mafia sono abituati ad affrontarla solo su un foglio di giornale.
domenica 29 marzo 2009
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12 commenti:
Sarebbe bello andarlo a trovare questo sindaco. Sono solo 1000 km (e qualcosa in più) da Carmagnola.
Prendiamo Erby?
Manda
Assolutamente sì!
Dobbiamo solo fare una settimana di tirocinio per imparare a guidarlo.
volete fare mille chilometri per andare al cimitero?
Valle
Ragazzi, seriamente, il sindaco mi ha proposto d'andare quest'estate a fare un campo di lavoro, che credo voglia dire contribuire alla ristrutturazione o abbellimento di una piazzetta o muro o via... tutto ciò dipende ovviamente da come andranno le elezioni di giugno, però, pensateci un attimo, sarebbe fantastico poter dare un apporto importante ad un paesino come Riace, con la sua storia e il suo impegno, anche noi il nostro contributo, e notare che il mare è vicinissimo e che le case le affittano a davvero niente. Una tappa costruttiva, FORMATIVA PER DAVVERO di una possibile vacanza itinerante. Pensateci.
koko
Trucchiamo le elezioni?
giuggia
Io sono rimasta molto colpita dallo scritto di koko, e avrei proprio voglia di partecipare ad un progetto come questo. Quoto la proprosta e aborro i brogli elettorali di giuggia...
e cmq potrebbe essere una bella tappa del nostro viaggetto trans italiano..
non vorrei essere cinico o pessimista ma più che vedere come vanno le elezioni a giugno, bisognerebbe vedere dove svolgeranno i funerali a luglio....(spero che la mia sia e rimanga solo una battuta, anche se sinceramente dubito...)
ele ke cazzo di viaggio hai in mente??i trans tieniteli per te..
giuggia
pienamente daccordo con giuggia...
grande manfreeeeee! A NOI CI PIACE IL PILUUUUUUUUUUUUU! CHIù PILU PI TUTTI! magari con questo slogan le vince le elezioni..
giuggia
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