Relitto di tutti i relitti, t’atteggi al tempo
cospetto del nulla, in uno scarno specchio miri la vanità che fu e
che tutt’ora t’impossessa,
rimane plastificato il pianto di quel bimbo che t’ osserva,
scalzi dalla tua pelle ogni spina
ogni speranza di coloro che calpesti,
tondo rotear ti miro,
la distruzione che ne segue è il ritorno a quel che fu,
catastrofe ,
i miei pugni si stringono, cresce l’odio col quale alla nascita mi battezzasti
cresce la mia ira, la rabbia d’un cane picchiato e poi abbandonato,
cresco io,
ora puoi fare di me ciò che vuoi, il mio orizzonte non frantumerai
il mio tramonto non toccherai
la mia bocca non chiuderai
le mie orecchie non taglierai,
le mie mani
bruciano di legno ammuffito,
io figlio tuo,
tu cenere delle mie dita,
polvere nel mio sguardo
continui a rotear ,
ed io
non trovo la pace.
mercoledì 16 luglio 2008
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